Videosorvegliati al lavoro?

Articolo approfondimento del di

Videosorvegliati in ufficio?

Telecamere per controllare i dipendenti? Rischio per il datore di lavoro.

Lavorate in un ufficio o un negozio in cui sono state installate delle telecamere per controllare il vostro operato? Sappiate che il datore di lavoro non può installare telecamere per videosorvegliarvi senza le necessarie autorizzazioni da parte vostra e dei vostri colleghi.

La Corte Suprema di Cassazione ha, infatti, ribadito questo concetto: rischia il datore di Lavoro che installi telecamere per controllare i lavoratori senza il previo accordo con gli stessi, con le rappresentanze sindacali o con la commissione interna. L'art. 4 dello Statuto dei Lavoratori prevede ancora che nel caso in cui non sia stato possibile raggiungere un accordo e il datore di lavoro ritenga comunque necessario installare degli impianti audiovisivi questo debba rivolgersi all'Ispettorato del Lavoro.
La procedura prevede che l'Ispettorato valuti la sussistenza delle giuste finalità dell'installazione e che contestualmente all'autorizzazione suggerisca al datore di lavoro anche le modalità di utilizzo delle videocamere.

Parliamo di giuste finalità perseguite con l'installazione di telecamere perché la normativa in merito è chiara: il datore di lavoro non può ricorrere alle videocamere per il mero controllo dell'operato dei lavoratori in sua assenza. Per derogare ai principi fondamentali di tutela della privacy e della dignità della persona occorrono motivazioni più pregnanti e più essenziali all'attività che si svolge. Così i casi in cui è possibile procedere all'installazione, sempre previo accordo come sopra indicato, sono quelli in cui tale installazione si renda necessaria per motivi di produzione, organizzazione o per la sicurezza del lavoro stesso.

E' chiaro che il nostro ordinamento riconosca in capo ai datori di lavoro il sacrosanto diritto di vigilare sull'operato dei propri dipendenti, ma allo stesso tempo mira a tutelare la dignità dei lavoratori e l'interesse supremo che ogni individuo abbia un luogo di lavoro in cui muoversi con una certa autonomia e riservatezza.

Quali sono i rischi per il datore di lavoro che violi questi princìpi?

La letteratura in merito riporta due ordini di conseguenze: conseguenze legali e conseguenze economiche.

Le conseguenze legali possono essere:

  • mancata utilizzabilità in sede civile di eventuali prove acquisite in caso di controversia con i lavoratori. Le prove assunte con mezzi illegittimi non possono in alcun modo entrare in un procedimento ne' tanto meno assumere valore probatorio;
  • sanzioni penali come l'arresto fino ad un anno e l'ammenda da 154,94 a 1549,37 euro;


Conseguenze economiche possono verificarsi nel caso di controllo “selvaggio” nei confronti dei dipendenti allorchè la presenza di videocamere ingeneri nei lavoratori un senso di disagio e di sfiducia tali da peggiorarne le condizioni psichiche e anche fisiche.

L'essere costantemente controllati dalle telecamere crea un calo nell'efficienza del personale e di conseguenza della produttività dei lavoratori. Spesso un controllo massivo posto in essere per aumentare la produttività può condurre anziché al risultato sperato ad un vero e proprio arretramento economico.


Sorveglianza nei centri commerciali

Nei negozi, soprattutto quelli ad alta affluenza, spesso è necessario installare telecamere per scoraggiare taccheggi. In tal caso è previsto che il datore di lavoro concordi con i lavori i punti di installazione e le aree soggette a ripresa. Poichè l'oggetto che si intende tutelare è la sicurezza sul lavoro le telecamere dovrebbero essere poste in maniera tale da non puntare sempre e comunque verso i lavoratori, ma piuttosto verso le aree dell'esercizio in cui maggiormente affluisce il pubblico.
Lo stesso vale per le banche e gli uffici postali. In entrambi i luoghi appare irrinunciabile la presenza di telecamere tuttavia anche qui le riprese del personale in servizio devono essere l'eccezione e non la regola.

Che dire dell'assistenza remota su pc?

Spesso nello svolgimento del lavoro su pc si rende necessaria l'assistenza remota per supportare un dipendente o semplicemente per risolvere un qualche problema sul suo pc. Esistono vari programmi che consentono di accedere ad un pc anche a distanza. Poichè una volta effettuato l'accesso ci si può interfacciare con ogni contenuto del pc si rischia anche in questo caso di violare la sfera di libertà del lavoratore.

Cosa fare allora se si rende spesso necessario un collegamento per l'assistenza remota? Nel caso in cui debbano essere effettuati degli interventi di telemanutenzione è bene non accedere in maniera automatica al pc assegnato al lavoratore, ma configurare una password che lo stesso dovrà digitare per dare il via libera alla manutenzione a distanza. In tal modo il lavoratore saprà sempre quando interviene un soggetto esterno nella gestione del proprio pc ed i suoi diritti saranno tutelati.
Si tratta di un piccolo accorgimento che non costa che pochi secondi, ma che può tutelare sia il lavoratore che il datore di lavoro.

Naturalmente ogni tipo di attività può presentare delle esigenze sue peculiari e richiedere particolari attenzioni.  Se avete intenzione di installare delle telecamere nella vostra ditta o se invece siete dei lavoratori e volete tutelarvi contro eventuali abusi sul luogo di lavoro allora rivolgetevi ad un consulente del lavoro che vi saprà dare tutti i dettagli normativi e vi supporterà nel tutelare i vostri diritti. La giurisprudenza è ricca di casi di datori di lavoro sanzionati per non aver rispettato le previsioni normative e le procedure necessarie. Bisogna sempre tenere presente che, soprattutto nel caso di installazione in luoghi pubblici, non bisogna tenere conto solo dei diritti dei lavoratori, ma anche di quelli dei clienti che devono essere debitamente avvisati del fatto che all'interno dell'esercizio sono in funzione telecamere.
Anche per l'installazione vi consigliamo di rivolgervi a personale qualificato che certifichi il proprio operato rilasciando tutta la documentazione prevista dal D.Lgs. 196/03, anche noto come legge sulla privacy.

Immagini correlate


Link utili